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lunedì 1 dicembre 1997

Aedes/Garau - US GONNOSFANADIGA AM. 1-1

E' cominciata ieri - domenica 30 novembre del 1997 - a Montevecchio, l’avventura di un manipolo di sbarbatelli, determinati ad improvvisarsi calciatori. Ma per gran parte dei componenti...
...della squadra... amici nella vita di tutti i giorni... è cominciata in realtà la sera prima, a cena, presso il Ristorante Meridiana di Arbus... sede scelta per alleggerire la tensione prepartita, e strafogarla nel vino. 
Per i neo amatori la sveglia suona prestissimo. Preparati gli zaini (o i sacchetti di plastica, per i meno avvezzi) con vestiari "fame" di qualche fratello maggiore, ritrovati nei sottoscala di casa... e imbracciato l’ombrello... i protagonisti di questo racconto raggiungono alla spicciolata il punto scelto per il raduno. Affrontano quindi le curve verso Montevecchio e, ivi giunti, svoltano a destra al centralissimo incrocio, imboccando lo sterrato che conduce ad una spianata di ghiaino (tipico dei luoghi minerari), un tempo serio campo sportivo. Il terreno di gioco è allagato, scurissimo, e costeggiato sulla destra da una gradinata ridotta a rudere, delimitata come più si conviene ad un pollaio. In fondo ci sono gli spogliatoi, altro rudere dimenticato dall'uomo, composto di due stanze, senza luci e senza infissi, invase dai rovi, e - manco a dirlo - senza docce. Il pino silvestre può dunque rimanere nella boccetta, e le uniche fragranze che si sentiranno quella mattina s'avvicineranno d più a quelle di un circo. Mentre fuori piove ancora, può finalmente iniziare il rito della vestizione; per qualcuno è la prima volta, per altri un ricordo d’infanzia, solo per pochissimi un’abitudine. Maglia anonima bianca con spalle e maniche verdi, calzoncini pure verdi, frammenti di un corredo in disuso ottenuto in regalo dalla società madre: l’Unione Sportiva Gonnosfanadiga. Calzettoni anch’essi verdi, questi però di proprietà (ognuno i suoi). Le scarpette… molte non vogliono proprio viste.
Neanche il tempo di abbozzare un timido riscaldamento che è già l'ora dell'appello e dell'ingresso in campo. La squadra, tutta under trenta, non ha un allenatore vero e proprio. La responsabilità delle scelte tecniche è affidata ad Alessio Uccheddu, anche capitano, uno dei pochi a saper giocare a pallone, e a Cristiano Lai, portiere capellone, che indossa uno sgargiante completo giallonero, che ricorda vagamente l'ape maia. L’avversaria si chiama Aedes/Garau, è di Guspini, perfetta sconosciuta. Sugli spalti una decina di incoscienti amici e amiche, arrivati da Gonnos con la squadra, a sfidare le intemperie.
L’approccio alla gara è imbarazzante, il campo è enorme… almeno il doppio di quello de “Sa Piramebi”, dove i giocatori gonnesi si sono fatti le ossa, procurandosi la voglia di cimentarsi in un torneo ufficiale. Prima di subire lo svantaggio non passano molti minuti; naturale conseguenza di cotanta spaesatezza. Non esiste una strategia tattica, se non il catenaccio ed il lancio lungo. Ogni pallone intercettato in area di rigore propria è spazzato via ad occhi chiusi, con tutta la forza possibile. Ogni intervento è accompagnato da urla. In campo è uno schiamazzo continuo. I ruoli assunti sono quelli tradizionali, antichi come la luna. Un portiere, due terzini bassi, uno stopper, un libero ed un mediano. Due ali - pure basse - un interno di centrocampo e due attaccanti. Le marcature sono rigorosamente a uomo. Eppure nel disordine profuso, che contagia anche l’altra squadra, che finisce per non capirci praticamente un cazzo, arriva l'inaspettato pareggio, siglato da Andrea Pili, di anni venti, ma con la barba di un quarantenne, il quale colpisce di sinistro una palla sporca, battendo inesorabilmente il portiere... tale Pino, come rivela la stampa sulla propria maglia. È il tripudio. Non esistono parole, davvero, per descrivere la gioia per il gol, che risulterà poi peraltro decisivo. L'uno sopra l’altro, a rotolare nel fango, come bambini.
La gara prosegue disordinata, frammentata e stilisticamente imperfetta. Saranno settanta minuti di affanni, con più di un brivido occorso, più per i gol mancati dagli avversari (uno salvato proprio sulla linea di porta, da Fabrizio Pes, di testa, a portiere battuto), che per altre occasioni da rete a favore, fino al triplice fischio liberatore che sancisà un pareggio destinato a restare indelebile nella memoria di chi l'ha conquistato, contro ogni pronostico.. Non ci sono docce, si diceva... Seguiranno quindi trenta minuti di tortura, necessari per rincasare, fradici come pulcini e cosparsi di fango fino alle narici.
Ma con una soddisfazione unica.

Tabellino...
L’U.S. Gonnosfanadiga Amatori è scesa in campo con Lai Cristiano; Meloni Giovanni, Foddi Gian Nicola, Uccheddu Alessio, Pili Andrea; Pili Franco, Porcu Virgilio, Contu Ottavio, Pes Fabrizio; Zurru Paolo, Ecca Maurizio. Sono subentrati Saba Fabio, Pala Ignazio, Garau Marco e Martis Antonio. Segnalinee dirigente Mallica Massimo.
 
 
Scansione foto originali, archivio Fabrizio Pes. Clicca sulle miniture per ingrandirle.

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